Nuova Riveduta:

Giobbe 40:3

Allora Giobbe rispose al SIGNORE e disse:

C.E.I.:

Giobbe 40:3

Giobbe rivolto al Signore disse:

Nuova Diodati:

Giobbe 40:3

Giobbe riconosce la propria meschinità di fronte a Dio e alle sue opere
Allora Giobbe rispose all'Eterno e disse:

Riveduta 2020:

Giobbe 40:3

Allora Giobbe rispose all'Eterno e disse:

La Parola è Vita:

Giobbe 40:3

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
Copyright © 1981, 1994 di Biblica, Inc.®
Usato con permesso. Tutti i diritti riservati in tutto il mondo.

Riveduta:

Giobbe 40:3

Allora Giobbe rispose all'Eterno e disse:

Ricciotti:

Giobbe 40:3

Renderai tu forse vano il mio diritto, e darai torto a me per aver te ragione?

Tintori:

Giobbe 40:3

Renderai tu vano il mio giudizio e condannerai me per giustificar te stesso?

Martini:

Giobbe 40:3

Renderai tu vano il mio giudizio, e me condannerai per giustificare te stesso?

Diodati:

Giobbe 40:3

Annullerai tu pure il mio giudicio, E mi condannerai tu per giustificarti?

Commentario abbreviato:

Giobbe 40:3

Capitolo 40

Giobbe si umilia davanti a Dio Giob 40:1-5

Il Signore ragiona con Giobbe per mostrare la sua giustizia, la sua potenza e la sua saggezza Giob 40:6-14

La potenza di Dio mostrata in Behemoth Giob 40:15-24

Versetti 1-5

La comunione con il Signore convince e umilia efficacemente un santo e lo rende felice di separarsi dai suoi peccati più cari. C'è bisogno di essere convinti e umiliati a fondo per prepararci a ricevere delle liberazione straordinarie. Dopo aver dimostrato a Giobbe, con la sua manifesta ignoranza delle opere della natura, quanto fosse incapace di giudicare i metodi e i disegni della Provvidenza, Dio gli pone una domanda convincente: "Colui che contende con l'Onnipotente lo istruirà? Ora Giobbe cominciò a sciogliersi in un dolore divino: quando i suoi amici ragionavano con lui, non cedeva; ma la voce del Signore è potente. Quando verrà lo Spirito di verità, egli convincerà. Giobbe si arrende alla grazia di Dio. Si riconosce colpevole e non ha nulla da dire per giustificarsi. Ora è consapevole di aver peccato e per questo si definisce vile. Il pentimento cambia l'opinione degli uomini su se stessi. Giobbe è ora convinto del suo errore. Chi è veramente cosciente della propria peccaminosità e della propria bassezza, non osa giustificarsi davanti a Dio. Egli si rende conto di essere una creatura povera, meschina, sciocca e peccatrice, che non avrebbe dovuto pronunciare una sola parola contro la condotta divina. Un solo sguardo alla natura santa di Dio avrebbe atterrito il più tenace dei ribelli. Come potranno dunque i malvagi sopportare la vista della sua gloria nel giorno del giudizio? Ma quando vedremo questa gloria rivelata in Gesù Cristo, saremo umiliati senza essere terrorizzati; l'abnegazione si accorda con l'amore filiale.

Riferimenti incrociati:

Giobbe 40:3

Sal 51:4; Rom 3:4
Is 14:27; 28:18; Ga 3:15,17; Eb 7:18
Giob 10:3; 27:2-6; 32:2; 34:5,6; 35:2,3

Dimensione testo:


Visualizzare un brano della Bibbia

Aiuto Aiuto per visualizzare la Bibbia

Ricercare nella Bibbia

Aiuto Aiuto per ricercare la Bibbia

Ricerca avanzata